domenica 31 maggio 2020

Bruno Munari e la fantasia negli anni Settanta

La creatività inizia ad essere studiata a metà degli anni ’50 in America e successivamente in Francia e in Italia la fantasia viene vista come dote dello spirito del genio, dell’artista, un modo privilegiato di rapportarsi al mondo delle idee.
Questi concetti vengono successivamente rielaborati negli anni settanta da Bruno Munari, uno dei massimi esponenti dell'arte e del design del XX secolo che concentra  la sua ricerca sul tema del movimento e della fantasia nell'infanzia attraverso il gioco.
Con fantasia, Munari intende la predisposizione dell'individuo a pensare qualsiasi cosa, anche quella più incredibile, creando relazioni tra ciò che si conosce senza nessuna preoccupazione legata al funzionamento.
L'invenzione finalizza all'uso pratico la fantasia usando materiale che già conosce. Il materiale di cui si serve viene ricombinato in modo originale e nuovo, senza preoccuparsi della parte estetica.
L'immaginazione è il mezzo che visualizza quello che la fantasia, l’invenzione e la creatività pensano.
Munari ci porta l'esempio del grande architetto Antoni Gaudì che si ispirava al barocco, al gotico e al liberty.
Gaudì era un creativo perchè sapeva riorganizzare in modo originale dati culturali che erano a sua disposizione, già posseduti e condivisi dalla società del suo tempo; insomma aveva la capacità di elaborazione e pensiero diversa dall’ordinario.

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