venerdì 24 aprile 2020

Fantasia o immaginazione?

Nel loro uso comune i concetti di fantasia e immaginazione tendono ad essere considerati sinonimi.
Tuttavia esistono  sostanziali differenze tra i due termini a partire  dal punto di vista della volontà fino ad arrivare a quello delle emozioni.
Non si compie sforzo alcuno, infatti, a fantasticare e a lasciarsi andare a "sogni ad occhi aperti" mentre l'immaginazione richiede la volontà di creare nello spazio immaginativo determinate situazioni finalizzate ad uno scopo.
Visualizzare richiede quindi uno sforzo di volontà; ma prima di ciò dobbiamo avere in mente l'obiettivo da raggiungere tramite il cosiddetto "Modello ideale", che crea nel piano della realtà il miglior modello per noi.
Prima di momenti impegnativi, come ad esempio gare ed esami, tendiamo a fantasticare alcuni momenti della prestazione. L'atteggiamento ottimista o pessimista che ci caratterizza definirà il tipo di immagine che la fantasia andrà a produrre.
L'immaginzaione, quindi, cerca di orientare verso uno scopo preciso la tendenza naturale al fantasticare.
Quando ci abbandoniamo alle fantasticherie, le nostre emozioni rispondono in modo conforme e ci raccomandano di prendere coscienza del flusso delle nostre fantasie.
Se vogliamo uscire da questo circolo, l'unico modo è quello di trasformare le fantasie in autentica immaginazione, la quale produrrà a sua volta emozioni che verranno utilizzate per produrre una trasformazione interiore.




Uno dei libri che meglio spiega le differenze tra fantasia e immaginazione è il saggio di Anne Wilson "Magical Thought in Creative Writing".
L'obiettivo dell'autrice, come intuibile dal titolo, è lo studio del diverso ruolo che la fantasia e l'immaginazione hanno nella composizione di una stroria.
La Wilson definisce la fantasia come "una forma di pensiero di carattere magico,libera dalle regole e dalla realtà del mondo esterno", mentre l'immaginazione " è volta alla comprensione e all'interazione efficace con il mondo esterno".
Secondo questa spiegazione, la fantasia si muove in una dimensione che basta a sè stessa, perciò è solipsistica ( dal latino solus+ipse; solo sè stesso), ma è anche universale in quanto fa riferimento a sentimenti comuni.
L'immaginazione, invece, rappresenta un ponte tra il mondo esterno e quello interno e collabora con la fantasia. Ma con il rischio che l'impianto razionale della prima, venuto a contatto con quello fantastico della seconda, si snaturi.

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